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Pompe negli appartamenti e contabilizzazione: come progettare bene per evitare problemi

Negli ultimi anni sta diventando sempre più frequente trovare impianti di riscaldamento radiante in cui la pompa di circolazione non è più in centrale termica, ma direttamente all’interno dell’appartamento, spesso affiancata al collettore di piano.
A prima vista questa scelta sembra offrire maggiore indipendenza e controllo per ogni singola unità. In pratica, però, il risultato dipende moltissimo da come è stato progettato e bilanciato il sistema.

Vale la pena chiedersi:
è davvero una buona idea inserire la pompa in appartamento? Quando funziona bene e quando invece crea più problemi di quanti ne risolve?


Cosa si pensa di ottenere inserendo la pompa in appartamento

L’idea di fondo è semplice: se ogni appartamento ha la propria pompa, ciascuno può gestire le portate in autonomia, compensare lunghezze maggiori delle linee o eventuali squilibri tra piani diversi e migliorare il comfort interno.

Sulla carta tutto questo è vero.
Ma c’è un presupposto nascosto: perché la pompa locale funzioni davvero in autonomia deve essere idraulicamente isolata dal circuito principale.
Se questo non avviene, il comportamento del sistema diventa imprevedibile.


Quando le pompe iniziano a “litigare”

È frequente trovare pompe di appartamento collegate direttamente alla montante del condominio, senza alcun dispositivo intermedio.
In questa configurazione la pompa della centrale termica (della caldaia o della pompa di calore) si somma o si oppone alla pompa dell’appartamento, generando variazioni di pressione lungo la colonna.

Il risultato è noto:

  • gli appartamenti più vicini alla centrale ricevono più portata;
  • quelli più lontani ne ricevono meno;
  • ogni apertura o chiusura di una zona influenza tutti gli altri.

Non si crea un rischio di sicurezza — le pompe non aumentano la pressione statica — ma si compromette la stabilità e l’efficienza idraulica.
Rumori, fischi sulle valvole, stanze troppo calde o troppo fredde, pompe di calore che modulano male: sono sintomi tipici di un impianto sbilanciato.

Tutto nasce dall’idea, solo apparentemente logica, che “una pompa in più = maggiore controllo”.
In realtà, senza un progetto coerente, si ottiene l’effetto opposto.


Come evitare i problemi di interferenza

La soluzione minima ma decisiva è inserire una valvola di controllo differenziale (DPCV o PICV) a monte della pompa dell’appartamento.
Questo dispositivo stabilizza la pressione differenziale, evitando che la pompa locale interagisca con le variazioni della montante.
È come creare “un piccolo mondo idraulico” isolato e costante per ogni appartamento.

Quando manca questo elemento, l’impianto sopravvive ma lavora male.
Quando c’è, cambia tutto:

  • portate più regolari,
  • scomparsa dei rumori,
  • regolazione più precisa e comfort stabile.

È la dimostrazione che la qualità di un impianto non dipende dal numero di componenti, ma da come questi vengono integrati nel sistema.


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Separatore o scambiatore: servono davvero?

Dipende dal tipo di distribuzione e dal comportamento del generatore.

  • Separatore idraulico: utile quando ci sono più pompe secondarie o generatori (come le pompe di calore) sensibili alla portata minima. Stabilizza il circuito primario e protegge la macchina.
  • Scambiatore a piastre (HIU): separa completamente primario e secondario, consente l’uso di glicole sul primario e la produzione di ACS istantanea. È ideale quando serve autonomia contrattuale o isolamento fisico tra gli impianti.

Tuttavia, non sempre serve.
Ha senso quando risolve un’esigenza reale — non “perché è meglio”.
Richiede spazio, manutenzione e introduce una piccola perdita termica che può ridurre il COP della pompa di calore.


Dove installare la contabilizzazione del calore

La posizione del contabilizzatore cambia in base alla logica dell’impianto:

  • Colonna unica: la misura deve essere in appartamento, prima del collettore. Così si rileva l’energia effettivamente utilizzata e si lasciano le perdite comuni come quota condominiale.
  • Linee dedicate: se ogni appartamento ha la sua mandata e ritorno dalla centrale, si può contabilizzare direttamente in centrale. È più comodo per manutenzione e lettura, ma le perdite lungo le tubazioni diventano a carico del singolo.

In entrambi i casi la contabilizzazione resta uno strumento utile, ma va progettata insieme all’impianto idraulico e non “aggiunta dopo”.


Un equivoco diffuso: “se il contatore restringe il diametro, la portata resta uguale”

È una falsa convinzione.
È vero che nel tratto ristretto la velocità del fluido aumenta, ma non significa che la portata rimanga invariata.
Se la perdita di carico aumenta e la pompa non ha sufficiente prevalenza, la portata diminuisce.
Dipende dal nuovo punto di lavoro pompa-impianto, non dalla sezione del tubo.

Questo è un ottimo esempio di quanto conti conoscere le curve Q-H delle pompe prima di fare affermazioni troppo intuitive.


Il caso migliore: collettori dedicati in centrale

Se ci fosse spazio in centrale termica, la soluzione più pulita sarebbe quella di distribuire a ogni appartamento una coppia di linee dedicate (mandata e ritorno), con valvole di regolazione a monte.
In questo modo:

  • non servono pompe locali,
  • il bilanciamento è centralizzato,
  • la manutenzione è semplice e prevedibile.

Nei grandi condomini spesso non è fattibile, ma resta il modello di riferimento per chi vuole stabilità, efficienza e comfort acustico.


Conclusione: la qualità sta nel progetto, non nella pompa

L’idea che “aggiungere una pompa in appartamento migliori sempre il controllo” è intuitiva, ma spesso fuorviante.
Non è la pompa a determinare la qualità dell’impianto, ma il modo in cui viene inserita nel sistema.

Gestire correttamente:

  • la pressione differenziale,
  • le portate,
  • la contabilizzazione,

fa la differenza tra un impianto che funziona in silenzio e uno che genera continue lamentele.

Un buon progetto termotecnico nasce da un’analisi idraulica completa, non da soluzioni parziali.


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FAQ

1. La pompa di appartamento aumenta la pressione dell’impianto?
No, modifica solo la pressione differenziale, non quella statica. Quindi non c’è rischio di danneggiare i componenti.

2. Se non metto il separatore, rischio qualcosa?
No, ma il sistema deve essere progettato con curve e portate stabili. Il separatore serve solo quando ci sono molte pompe o generatori sensibili.

3. Posso installare la contabilizzazione dopo?
Sì, ma è sempre meglio progettarla insieme all’impianto: si evitano errori di posizionamento e squilibri di portata.


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Architettura Sostenibile e Termotecnica Arch. Luca Sisti

Arch. Luca Sisti

L'architetto Luca Sisti, specializzato nella progettazione di edifici residenziali e in Architettura Sostenibile, è il coordinatore e fondatore dello Studio di Architettura LSARCH dal 2018. Da anni si occupa di progettazione e gestione di interventi di riqualificazione energetica e nuove costruzioni. Le sue competenze principali includono la gestione olistica del progetto e la specializzazione in termotecnica, garantendo soluzioni innovative e sostenibili per ogni tipo di intervento.

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